Il Dentice della Vita: Una Cattura Indimenticabile

Vi siete mai trovati faccia a faccia con la preda dei vostri sogni? E avete mai avuto paura di sbagliare tutto? In questo articolo vi parlo della mia avventura!

Oggi ho deciso di pescare ad Otranto, proprio dietro casa. Il cielo è scuro, il mare torbido, sconvolto dalla forte mareggiata che c’è stata nei giorni scorsi. Mi immergo con la speranza di trovare qualche bel sarago, intento a mangiare gli invertebrati e gli altri organismi vittime del mare mosso.
Al primo tuffo succede qualcosa di inaspettato: davanti a me, un’orata di circa due chili nuota tranquilla. È lì, quasi indifferente alla mia presenza. Provo a seguirla, ma il fiato non basta. I primi tuffi infatti sono sempre i più difficili: il corpo deve adattarsi, il respiro deve sincronizzarsi con il mare. Risalgo lentamente, cercando di non spaventarla, ma quando torno giù, lei è già sparita.
Oggi ho portato il mio fucile preferito, il Medijedi, costruito dal maestro Giorgio Dapiran. È una certezza, infatti è un fucile preciso e molto potente e non avrebbe difficoltà a gestire un pesce importante. Mi sto muovendo tra canaloni e scogli mentre scruto l’acqua torbida, ma il mare sembra privo di forme di vita.
È una di quelle giornate strane: i pesci sono pochi e spaventati, ma so che basta un attimo per trasformare tutto. Cambio strategia. Prendo fiato più a lungo, mi immergo con calma, cercando di rimanere sott’acqua il più possibile. Continuo a muovermi, scrutando ogni angolo, ma di pesci neanche l’ombra.
Poi qualcosa spezza la monotonia. Un banco di piccole ricciole si avvicina, curiose e vivaci. Le osservo, le ammiro, ma non sparo. Sono giovani, hanno il diritto di crescere, di diventare protagoniste del mare.
Continuo a tuffarmi, senza successo. Ma mentre risalgo dopo l’ennesimo tentativo, noto qualcosa di strano tra le rocce. A prima vista sembra un pezzo di plastica rosa, ma sento che c’è di più. Il cuore accelera. Decido di immergermi di nuovo.
Questa volta lo vedo chiaramente: è un dentice. Sta lì, immobile tra le rocce, quasi nascosto, ma abbastanza curioso da affacciarsi verso di me. Rimango immobile, il cuore che batte a mille. So che non posso sbagliare.
Lo guardo, studio i suoi movimenti. È un istante infinito, poi punto. Aspetto il momento perfetto e premo il grilletto. Il colpo parte, il pesce è preso. Finisce in sagola e capisco subito che non può liberarsi: il colpo è preciso, ben saldo su una parte ossea.
Riemergo con il cuore in gola e il dentice stretto tra le mani. È il mio primo dentice pescato sott’acqua. Non è enorme, ma per me è il pesce più bello del mondo. Mi fermo un attimo, lo guardo brillare sotto la luce fioca del cielo grigio. È un momento che non dimenticherò mai.
Con il sorriso stampato sul viso, mi dirigo verso riva. Oggi il mare mi ha regalato qualcosa di straordinario, e non c’è motivo di chiedere di più.
La pesca è questo: un viaggio tra emozioni, attese e sorprese. E ogni tanto, con pazienza e perseveranza, il mare decide di premiarti. E voi? Qual è stato il vostro pesce dei sogni?

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